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Le tragedie del ‘500
Tutto il secolo XVI fu occupato da guerre tra Francia e Spagna, combattute sul territorio italiano; per Caraglio rappresentò un periodo tragico e pieno di travagli.
Nel 1524 ci fu il tentativo fallito del Marchese di Saluzzo di assaltare il castello; nel 1536 il Marchese, per conto dei Francesi riuscì ad occupare il paese.
Poi s’inserirono le tragiche imprese di Antonio Torresano, farmacista bovesano, cacciato da Cuneo ove aveva compiuto un assassinio nella chiesa di S: Francesco; approfittando del conflitto, si trasformò in capo di bande armate e si mise agli ordini dei transalpini con il grado di colonnello.
Dopo aver colpito in varie parti del Piemonte, arrivò a Caraglio e si accampò, con circa duemila uomini, sulle sponde del torrente Grana. Il 17 marzo 1537 sopraggiunsero reparti di truppe imperiali spagnole che dalla pianura attaccarono gli uomini di Torresano, bombardati anche dall’alto della collina dai cannoni del Marchese di Saluzzo che occupava il castello. I reparti del Torresano furono sconfitti e massacrati, mentre il paese veniva messo a ferro e a fuoco; ma il loro capo riuscì a fuggire. Il masnadiero in breve tempo costituì un’altra banda e tornò a Caraglio ove sorprese ed annientò la guarnigione spagnola lasciata di presidio, saccheggiò ed incendiò il paese, uccise quanti riuscì a trovare e danneggiò gravemente il castello, che fu poi definitivamente abbattuto nel settembre del 1558 dalle artiglierie del marchese di Pescara, comandante degli Spagnoli.
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